Finanza e sostenibilità per ALTIS
La finanza sostenibile e responsabile, o finanza SRI, è ormai un fenomeno di portata globale. Viene unanimemente annoverata tra gli strumenti volti a stimolare la crescita economica, con il beneficio ulteriore di apportare inclusione sociale e rigenerazione ambientale. A confermarlo le parole di Papa Francesco nella Laudato Sì (maggio 2015) che chiamano gli uomini, i governi, gli attori economici ad un impegno per il bene comune:
«Non basta conciliare, in una via di mezzo, la cura per la natura con la rendita finanziaria, o la conservazione dell'ambiente con il progresso. Su questo tema le vie di mezzo sono solo un piccolo ritardo nel disastro. Semplicemente si tratta di ridefinire il progresso. Uno sviluppo tecnologico ed economico che non lascia un mondo migliore e una qualità di vita integralmente superiore, non può considerarsi progresso.» (Laudato Sì, n. 194)
Sulla stessa linea anche l'Agenda 2030, proposta dalle Nazioni Unite, che indica ad aziende e investitori pubblici e privati linee guida e parametri condivisi a livello internazionale, fondamentali per allineare le strategie di investimento al raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) e orientare il sistema finanziario verso un modello di sviluppo inclusivo e sostenibile: la cosiddetta SDGs finance.
L'impegno di ALTIS: formazione e consulenza sulla finanza sostenibile
In ALTIS contribuiamo fin dall'inizio a questo dibattito globale. Da anni infatti sviluppiamo ricerche, progetti e disegniamo percorsi formativi per offrire a futuri manager di imprese di gestione del risparmio, assicurative, bancarie e finanziarie e di organizzazioni religiose (faith-based organization) un supporto per identificare le migliori opportunità e realizzare investimenti in linea con il proprio orizzonte valoriale.
Il Master in Finanza sostenibile è il primo master realizzato in Italia che integra finanza tradizionale e finanza sostenibile. Offre una risposta alla richiesta di nuove figure professionali in grado di valutare gli investimenti o la gestione economico-finanziaria di imprese e istituzioni. Lo scopo ultimo è formare operatori della finanza con uno sguardo lungimirante e a 360 gradi, che sappiano tenere conto dei principi della sostenibilità mantenendo alta l'attenzione alla redditività.
Dal 2018 offriamo anche dei Corsi Executive per professionisti del settore finanziario, volti a esplorare le opportunità della finanza sostenibile. I corsi Finanza sostenibile e Finanza ed ecologia integrale sono aperti a chi già opera nel settore finanziario, bancario o assicurativo e desidera aggiornarsi e confrontarsi con esperti e altri professionisti.
Il nostro team di professionisti offre, inoltre, formazione su misura per aziende e percorsi personalizzati di consulenza aziendale sulla finanza sostenibile.
Gli investimenti sostenibili sono in crescita |
L'integrazione di criteri non finanziari nelle decisioni d'investimento viene sempre più valutata positivamente dagli investitori, specialmente in Europa. Dall'ultimo Global Sustainable Investment Review, pubblicato nel 2018, emerge che gli investimenti sostenibili europei hanno subito un tasso di crescita del 11% tra il 2016 e il 2018, per un valore totale di 12,3 trilioni di euro. L'European SRI Study di Eurosif (2018) aggiunge che in Italia, negli ultimi due anni, è cresciuto da €4 miliardi a €58 miliardi il portafoglio di aziende "Best-in-Class" (BiC), che dimostrano sia solidità finanziaria sia un'attenzione particolare verso i criteri ESG (Environmental, Societal, Governance). Secondo gli autori del report, questo è un chiaro segnale del fatto che gli investitori italiani stanno diventando più maturi nella valutazione degli ESG e non si accontentano di escludere i parametri di rischio. Anche l'introduzione di agevolazioni per startup e imprese sociali e della forma giuridica di società benefit hanno alimentato questa tendenza (vedi il caso di Gemelli Medical Center).
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Perché questo settore non si sviluppa in modo omogeneo e con un ritmo sostenuto in tutta Europa?
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Questo dipende da vari fattori, tra cui l'esiguità di valutazioni che integrino efficacemente aspetti di sostenibilità ambientale, sociale e di governance (criteri ESG). L'ecosistema degli investimenti sostenibili è frammentato e difficile da esplorare per i non esperti. In mancanza di conoscenze e strumenti adeguati, che consentano la comprensione del reale impatto sostenibile dei prodotti finanziari, si viene quindi a creare un gap che ostacola il diffondersi di questa tendenza.
Per cercare di contrastare la frammentazione, il 10 marzo 2021 è entrato in vigore il Regolamento UE 2019/2088 sulla finanza sostenibile, denominato anche Sustainable Finance Disclosure Regulation.
Questa importante normativa fa da spartiacque nel mondo della finanza sostenibile, distinguendo in modo più chiaro i prodotti sostenibili da tutti gli altri. Rappresenta un passo in più in direzione dell'ecosistema integrato di regole vincolanti, basate sui criteri ESG, che l'Unione Europea si è posta di creare.
Il Regolamento ha un impatto rilevante per i partecipanti ai mercati finanziari e i consulenti finanziari, i quali hanno ora l’obbligo di comunicare informazioni dettagliate e coerenti agli investitori finali. Tra le altre cose, la normativa vuole rendere più omogenee le informazioni fornite agli investitori, aumentare la trasparenza sugli impatti sociali e ambientali generati dai prodotti, nonché i rischi di investimento correlati.
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Qual è il ruolo delle tecnologie digitali nello sviluppo della finanza sostenibile?
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Un’effettiva convergenza delle risorse finanziarie verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e di contrasto al cambiamento climatico non può prescindere dalla disponibilità di una maggiore e migliore base di dati sui profili ESG delle imprese e degli investimenti e sulla loro esposizione ai rischi climatici, tale da permettere agli operatori di effettuare scelte di investimento più fondate e consapevoli. La rilevazione e sistematizzazione delle informazioni costituisce a sua volta un obiettivo esplicito di alcuni degli interventi previsti dal Piano di Azione e dalla Strategia dell'Unione Europea. [...]
Allo scopo di facilitare la raccolta dei dati è prevista, contestualmente all’elaborazione dei nuovi standard di rendicontazione, la definizione di una tassonomia digitale che permetta di contrassegnare in modo univoco le informazioni ESG e di rintracciarle facilmente all’interno del report di sostenibilità tramite appositi formati di tagging, alimentando una repository centralizzata a livello europeo (European Single Access Point). Tale sforzo di unificazione delle informazioni, se contestualizzato all’interno dell’impresa, chiama in causa indirettamente il ruolo potenziale delle soluzioni di digital governance che mirano a supportare e centralizzare la raccolta dei dati di performance ESG dalle diverse funzioni e business unit aziendali, facilitandone il monitoraggio e garantendone la tracciabilità.
Continua a leggere su Agenda Digitale l'articolo di Andrea Sartori, Responsabile delle tematiche di finanza sostenibile dell'Area Consulenza di ALTIS
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Per approfondire
@SriEvent è Twitter media partner per gli eventi sulla finanza sostenibile di ALTIS. L'account è gestito da Andrea Di Turi (@andytuit), giornalista e blogger esperto di finanza sostenibile e criteri ESG.
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