In ALTIS crediamo che la finanza sostenibile sia un mondo da esplorare anche per gli Enti pubblici. Di recente ne abbiamo parlato in aula con i partecipanti dell’Executive Master in Management e Innovazione delle Pubbliche Amministrazioni Locali (MIPA Milano).
La domanda di investimenti sostenibili è in crescita e così il loro valore sul mercato. A fine 2018 gli investimenti etichettati come “sostenibili” hanno raggiunto un valore pari a 30mila miliardi a livello globale, con una crescita del 34% dal 2016. La classifica stilata dalla Global Sustainable Investment Alliance (GSIA) vede l’Europa al primo posto, seguita da Stati Uniti, Canada, Australia/Nuova Zelanda e Giappone. I Paesi europei hanno iniziato presto a mettere in pratica le Direttive europee sulla finanza sostenibile e in 15 anni hanno potuto sperimentare strumenti e approcci innovativi. La crescita del numero di prodotti finanziari e strategie di investimento che contengono elementi di sostenibilità è costante, sebbene non sempre la sostanza rispecchi le promesse. Il rischio di imbattersi in prodotti che si ammantano della parola chiave “sostenibilità” ma sono in realtà operazioni di green washing o social washing alimenta la diffidenza tra gli investitori.
Gli investimenti a impatto (impact investment) rientrano tra le strategie della finanza sostenibile e sono attuati con l’obiettivo di generare un impatto socio-ambientale positivo e misurabile, oltre che un ritorno economico (Global Impact Investing Network, GIIN). Gli investitori interessati a tali strategie sono vari e spaziano da fondi specializzati, banche e istituzioni finanziarie, a ONG, fondazioni private e istituzioni religiose. Considerando i criteri ESG (environmental, social, governance), su cui si basano le valutazioni degli investimenti sostenibili, si nota la tendenza a concentrarsi sull’aspetto ambientale (environmental), trascurando quello sociale e di governance (ossia relativo al grado di etica, trasparenza e responsabilità dell’azienda). Questo è dovuto principalmente al fatto che l’impatto di progetti in ambito ambientale si presti a misurazioni oggettive e valutazioni quantitative precise – ad esempio sulle variazioni a livello di consumo di materie prime e inquinamento – rispetto a progetti che riguardano gli impatti generati a livello sociale e che spesso non producono dei risultati tangibili. In secondo luogo, questo fenomeno è anche incentivato dall’affermarsi di tecniche formali di selezione di strumenti finanziari, in materia di fondi comuni d’investimento, quali ad esempio strategia di esclusione, che scarta dagli investimenti determinati settori critici per gli impatti generati.
Sebbene non siano “di tendenza”, gli investimenti a impatto sociale non devono essere sottovalutati. Nel 2010, il Regno Unito lanciò il primo Social Impact Bond (SIB), strumento innovativo di impact investing, che rappresenta un’opportunità importante anche per le Pubbliche Amministrazioni. I SIB sono l’evoluzione delle partnership pubblico-privato e hanno introdotto uno strumento finanziario che permette al settore pubblico di sviluppare progetti a impatto sociale facendone ricadere i rischi d’investimento sul privato, che fornisce i fondi.
Il primo SIB, il Peterborough Social Impact Bond, venne progettato dalla Social Finance Ltd per finanziare un progetto destinato a ridurre l’elevato tasso di recidiva dei detenuti del carcere di Peterborough, a Nord di Londra, che tornando liberi senza denaro né prospettive erano facilmente portati a delinquere di nuovo. La forza del SIB è prevenire il problema, non risolverlo dopo che si è manifestato. Con questo strumento fu infatti possibile mettere in atto delle misure preventive, come un programma di sostegno sociale erogato tramite 4 associazioni locali. Nel luglio 2017, il Ministero della Giustizia britannico annunciò che il tasso di recidiva si era ridotto del 9% rispetto al gruppo di controllo nazionale e pertanto i 17 investitori privati avrebbero riottenuto il capitale investito, più un ammontare del 3% annuo per la durata dell’investimento a titolo di remunerazione.
I buoni risultati raggiunti dal SIB britannico, anche se chiuso anticipatamente, hanno dato il via a sperimentazioni in altri Paesi, ma i numeri rimangono esigui: sono stati finora implementati 138 SIB e circa 70 sono in fase di progettazione. Il funzionamento del SIB è complesso, come si evince dalla Figura 1 e richiede il coinvolgimento di diverse figure, oltre all’investitore e al beneficiario, tra cui enti valutatori esterni ed erogatori dei servizi sociali. Inoltre, la maggior parte degli investimenti realizzati con strumenti a impatto sociale (80%) è capitale di rischio: non c’è garanzia che il capitale venga rimborsato o remunerato.
Figura 1: Schema tipo di un SIB
Detto questo, come convincere una Pubblica Amministrazione ad adottare i SIB per finanziare i propri progetti sociali e portare un investitore a scegliere questo strumento di finanza sostenibile? Si tratta in buona misura di una questione di rischio percepito e di difficoltà di comprensione del mercato degli investimenti a impatto. Uno studio realizzato dal Prof. Alfonso Del Giudice (Professore associato di Finanza aziendale e Direttore del Master in Finanza: strumenti, mercati e sostenibilità) e dalla Dott.ssa Milena Migliavacca (Docente di Economia degli intermediari finanziari) evidenzia alcune possibili ragioni per cui gli investitori non sono attratti dai SIB e cerca di trovare delle soluzioni.
Problema | Contromisura |
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Misure d’impatto non standardizzate |
Standardizzare la procedura di misurazione per rendere i risultati comparabili con altri progetti può dare agli investitori più informazioni e favorire una valutazione più oggettiva del SIB. |
Rischio percepito |
I SIB che offrono condizioni finanziarie migliori (elevato tasso interno di rendimento, scadenze più lunghe e strumenti finanziari meno rischiosi) hanno maggiore probabilità di attirare investitori. |
Agency problems |
I SIB con strutture contrattuali che garantiscono un monitoraggio più efficace (es. un numero di player contenuto e la presenza di una PA locale) hanno una maggiore probabilità di attirare investitori. |
La finanza sostenibile è in continua evoluzione e sta stimolando dei cambiamenti positivi nel settore finanziario, che ha un ruolo importante nella transizione verso un modello di sviluppo sostenibile. Fare educazione finanziaria e standardizzare i prodotti presenti sul mercato potrebbe conferire maggiore visibilità e fiducia a uno strumento che ha un grande potenziale per le Pubbliche Amministrazioni e non solo.
Per approfondire:
Social Impact Bonds and Institutional Investors: An Empirical Analysis of a Complicated Relationship
Casi di Social Impact Bond: Peterborough e New York
L’Unione Europea e la finanza sostenibile: impatti e prospettive per il mercato italiano