Da anni ALTIS accompagna aziende e futuri leader nel trasformare la sostenibilità da elemento accessorio a principale punto di vista con cui fare business. Non potevamo quindi mancare, anche quest’anno, all’evento che maggiormente promuove le imprese che hanno fatto della sostenibilità un driver strategico.
Due giorni di dibattiti, workshop interattivi, presentazioni di buone pratiche e condivisione di esperienze. Insieme ad altre 187 organizzazioni abbiamo affrontato le tematiche che si incontrano sulle “rotte della sostenibilità”, fil rouge di questa edizione. Un confronto tra protagonisti dell’innovazione sociale per stimolare contaminazioni e collaborazioni in direzione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.
6 percorsi tematici, 86 eventi, oltre 350 relatori. Una convinzione comune: la sostenibilità è un’opportunità. Se integrare l’impatto sociale all’interno del proprio modello di business richiede un salto culturale che coinvolge governance, processi e persone, ciò costituisce anche un cambiamento che crea valore e aiuta a rimanere competitivi. Non solo per la capacità di attrarre investimenti responsabili, sempre più diffusi, ma anche per rimettere in discussione il proprio operato.
Consapevolezza, trasparenza, lungimiranza e innovazione. Di questi aspetti si è parlato nel panel sulle Società Benefit a cui ha partecipato Stella Gubelli, responsabile dell’area consulenza ALTIS, portando il caso del Gemelli Medical Center (GMC). Un’esperienza pilota che integra rendicontazione e misurazione di impatto in un unico strumento, combinando in modo originale standard consolidati e riconosciuti a livello internazionale. Tale percorso, messo a punto insieme ad ALTIS, ha consentito a GMC, diventata società benefit nel maggio 2017, di avviare un cammino di consapevolezza interna della propria identità e del valore economico e sociale generato con il proprio operato.
All’interno del dibattito sulle Società Benefit anche Giacomo Stefanini, fondatore di Wami, ne ha sottolineato l’importanza strategica e non solo giuridica: “Diventare Società Benefit ci ha aiutato a vedere cosa stavamo facendo e a misurare davvero il nostro impatto, a valutare anche la nostra governance e ad andare oltre a ciò che sembrava scontato.”
Valutare e misurare per apprendere e decidere, quindi. Non solo per le Società Benefit ma l’auspicio è quello di una diffusa valutazione dell’impatto sociale anche da parte di organizzazioni e imprese che non sono soggette a quest’obbligo normativo. “Spesso la valutazione risponde alla richiesta del donatore e rimane chiusa in un cassetto. La valutazione invece serve per apprendere, per rafforzare il modello di business” ha evidenziato Federico Mento di Human Foundation.
Chi sicuramente non ha messo nel cassetto la valutazione d’impatto è STMicroelectronics Foundation che, insieme ad ALTIS, ha intrapreso un percorso di analisi del cambiamento che ST Foundation genera e di individuazione delle criticità e conseguenti risposte strategiche, in un’ottica di continuo miglioramento. “Il progetto con ST Foundation è durato un anno ma il suo esito continua ad aiutare la fondazione ad innovare le sue attività”, ha precisato Valentina Langella, esperta di misurazione di impatto di ALTIS.
Ancora una volta il Salone della CSR ha creato “contaminazioni positive”, come definito dalla padrona di casa del Salone e presidente di Koinetica, Rossella Sobrero. Noi siamo stati felici di aver partecipato e siamo già in attesa della prossima edizione con l’auspicio di sempre più esempi di sostenibilità, anche dal mondo delle piccole e medie imprese, e una ancora maggiore apertura internazionale.
“La sostenibilità deve essere il punto di vista con cui fare business. Per tutte le aziende. E noi di ALTIS vogliamo essere promotori e partner di questa avventura.”
Stella Gubelli, responsabile dell’area consulenza ALTIS