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Fabio Fraticelli, TechSoup: «I dati aiutano a mettere la persona al centro»

 

TechSoup

Tutto è cominciato nel lontano 1987, in California. Il nascente network CompuMentor, poi divenuto TechSoup, offriva supporto tecnologico alle realtà non profit. Oggi TechSoup è un network globale presente in oltre 230 Paesi e territori nel mondo. Fabio Fraticelli, CEO di TechSoup Italia, lavora per supportare la trasformazione digitale nel Terzo Settore. Lo incontriamo durante un intervento al Master EMTESIS per approfondire il ruolo dei dati nell'innovazione sociale.

Qual è la vostra forza?

Essere un ente di terzo settore che supporta altre organizzazioni nel loro percorso di trasformazione digitale consapevole ed efficace. La tecnologia diventa uno strumento per amplificare l'impatto delle organizzazioni non profit.

Come lavorate concretamente?

Aiutiamo a identificare le migliori tecnologie disponibili e a introdurle in modo consapevole nelle organizzazioni. In questo processo, l'analisi dei dati gioca un ruolo chiave.

Perché l’analisi dei dati è sempre più rilevante per il Terzo Settore?

I dati sono una fonte preziosa di conoscenza, ma il loro valore emerge solo se utilizzati per guidare decisioni strategiche e trasformare le organizzazioni in Data Driven Organization.

Le persone restano al centro?

Assolutamente sì. Le organizzazioni non profit sono guidate dalle persone, non dai dati. Tuttavia, avere dati di qualità permette di prendere decisioni più informate e accurate, migliorando l'impatto sociale.

TechSoup caratteristiche

Come si individuano i dati davvero utili?

Oggi, i dati sono più accessibili che mai. Tuttavia, devono essere raccolti, organizzati e analizzati per diventare strumenti efficaci di miglioramento organizzativo.

Qual è il ruolo del digitale?

La combinazione tra dati e strumenti digitali è fondamentale. Le organizzazioni devono dotarsi delle tecnologie giuste per raccogliere, elaborare e utilizzare i dati in modo efficace.

Come facilitare la trasformazione digitale?

Ci sono due aree di intervento: una interna, legata alla gestione e al monitoraggio delle performance, e una esterna, focalizzata sull’impatto dei servizi verso i beneficiari.

Quali benefici porta questa cultura del dato?

Le organizzazioni non profit possono migliorare sia la loro efficienza interna che l’efficacia dei servizi offerti, adattandosi meglio ai bisogni della comunità.

Servono nuove competenze?

Non è necessario assumere centinaia di Data Scientist, ma chi lavora nel settore deve acquisire competenze di base sulla gestione e analisi dei dati, anche attraverso strumenti semplici come i fogli di calcolo e le dashboard. In sintesi, promuovere la cultura del dato significa aiutare le organizzazioni a prendere decisioni migliori e a potenziare il loro impatto sociale. Un passo fondamentale per il futuro del Terzo Settore.

 

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