Quali vantaggi porta questa combinazione di formazione accademica, tecnica e sul campo?
Mi permette di contribuire attivamente allo sviluppo di strategie di sostenibilità concrete, integrate nei processi aziendali.
La vostra azienda ha infatti avviato una trasformazione profonda per integrare la sostnebilità come leva strategica.
A partire dal 2021, Brenntag ha pubblicato i propri Science-Based Targets (SBTi) convalidati, assumendo impegni formali per ridurre le emissioni Scope 1, 2 e 3, per eliminare progressivamente sostanze chimiche critiche come PFAS e SVHC e per aumentare la trasparenza e tracciabilità ambientale, anche attraverso strumenti digitali.
Come avete perseguito questi obiettivi?
Attraverso un vero e proprio riallineamento strutturale, con la creazione di nuovi dipartimenti focalizzati sulla sostenibilità.
Quali?
Parliamo del team Corporate Sustainability, che si occupa di governance e risk management ESG e dei i team Commercial Sustainability @BES e @BSP, che lavorano all’integrazione della sostenibilità nelle attività commerciali. Un’attività svolta da Business Development Manager dedicati a Economia Circolare e Safer Products e da un Global Sustainable Solutions Manager e da un Global Sustainability Manager dedicati rispettivamente alla CO2e management e a coordinare tutte le attività legate alla sostenibilità nelle divisioni BES e BSP.
Immaginiamo che creare dipartimenti non basti.
Certo, è stato infatti fondamentale formare l’intera organizzazione, a livello globale, affinché la sostenibilità non restasse un concetto astratto, ma diventasse parte concreta del lavoro quotidiano. Per questo abbiamo sviluppato programmi di training e workshop su CO2e Management, Circular Economy e Safer products che hanno già coinvolto oltre 2.000 colleghi, con sessioni teoriche, esercitazioni pratiche e demo dei tool disponibili. Inoltre, abbiamo creato dei minisiti disponibili per tutti i colleghi a livello globale, concentrati sia su temi di sostenibilità ambientale in generale e sui framework legislativi, sia su temi specifici come CO2e management, Circular Economy e Safer products, assieme a linee guida sul come affrontare tali argomenti nei vis-a-vis con clienti e fornitori.
Ci sono altre iniziative che avete messo in campo in merito?
Stiamo digitalizzando il processo di apprendimento con moduli e-learning (es. in Workday), tool interattivi, brochure, pagine web e sessioni on-demand. Stiamo inoltre portando avanti la formazione cross-funzionale, coinvolgendo figure commerciali, tecniche e manageriali, in tutte le regioni.
Qual è stata “la chiave” per attuare una strategia così articolata?
In questo complesso processo è fondamentale osservare che è stato necessario ridefinire le responsabilità, creare nuovi ruoli ibridi, diffondere know-how tecnico, instaurando così una cultura più improntata a sviluppare nuovi business “eco-friendly”, affinché ogni unità potesse contribuire attivamente agli obiettivi ambientali aziendali e dei nostri clienti. Questo approccio sistemico è oggi un caso studio di change management, in cui valori, competenze, tecnologie e struttura organizzativa si riallineano per rispondere a nuove sfide ambientali e regolatorie.
Torniamo a parlare di soluzioni, che cos’è CO2Xplorer?
È la suite digitale sviluppata da Brenntag per misurare e comunicare in modo trasparente l’impatto ambientale dei prodotti chimici lungo la supply chain (cradle-to-gate). Non si tratta di un semplice tool di calcolo, ma di una piattaforma integrata nel business e certificata TÜV Rheinland, che supporta decisioni operative e strategiche, rendendo la quantificazione della carbon footprint accessibile e standardizzata anche in settori complessi come la distribuzione chimica.
Perché è stato assegnato a Brenntag l’ICIS Innovation Award per innovazione digitale?
Per un insieme di motivazioni diverse, quali la capacità di colmare il divario tra dati LCA complessi e utilizzo commerciale concreto da parte di clienti e fornitori. Poi per l’utilizzo di una metodologia auditabile che consente la generazione automatica di PCF passport audit-proof e conformi alle normative come la CSRD. Il riconoscimento ha poi considerato l’impatto diretto sull’abilitazione di scelte a basse emissioni, non solo per Brenntag ma per l’intero ecosistema di stakeholder, per la scalabilità della soluzione e l’integrazione con i flussi IT e business globali. Infine, per la natura pratica e già operativa dello strumento.