Come le aziende non quotate gestiscono le tensioni tra obiettivi economici e finalità socio-ambientali?
È la domanda a cui ha contribuito a rispondere il Gruppo di Ricerca composto da Flavia Cau, Marco Minciullo, Vittorio Capitani e Matteo Pedrini con il paper “Decision-making for sustainability in non-listed companies”, presentato alla Conferenza Annuale 2025 della International Corporate Governance Society (ICGS), società internazionale dei ricercatori in materia di corporate governance, svoltasi presso l’Alliance Manchester Business School (UK).
Dallo studio è emerso che le aziende non quotate, grazie all’adattabilità delle strutture organizzative e alla ridotta pressione normativa a cui sono sottoposte, mettono in atto dei meccanismi specifici per bilanciare gli obiettivi di sostenibilità socioambientale ed economica, mostrando un approccio differente rispetto a quello delle società quotate.
Attraverso processi di dialogo interno e negoziazione degli obiettivi che coinvolgono gli attori all’interno dell’organizzazione, le aziende non quotate mirano a creare consenso da parte di tutti coloro che operano all’interno dell’organizzazione, ai fini di raggiungere una proposta comune e un coinvolgimento dell’intera organizzazione.
Le aziende non quotate sono perciò in grado di gestire le tensioni con meccanismi alternativi di governance della sostenibilità, con un approccio che non mira tanto a trovare una soluzione definitiva alle questioni di sostenibilità, quanto piuttosto a navigare le tensioni ad esse collegate per adattarsi al contesto.