Lo sviluppo sostenibile di un’azienda dipende molto più da una governance ben strutturata che non dall’impegno dei singoli amministratori a volerlo conseguire. Comprendere le implicazioni strategiche di questo assunto volutamente paradossale può aiutare a focalizzare alcune delle sfide che le imprese italiane stanno affrontando dal punto di vista dell’integrazione della sostenibilità nel business.
Viviamo un periodo in cui l’allentamento delle regole del reporting finora introdotte dalle direttive europee (Csrd e, in diverso modo, Csddd) ha indotto alcune aziende a ritenere che la sostenibilità, intesa come piena considerazione degli impatti ambientali e sociali nel perseguimento dei risultati economici, fosse quasi una moda passeggera piuttosto che la modalità più efficace per generare valore per tutti gli stakeholder. Governare la sostenibilità in modo efficace, pur restando una sfida complessa, è in realtà un’opportunità decisiva per migliorare la competitività. L’esperienza delle aziende italiane ed europee ha evidenziato in questi anni tre dimensioni principali per un’integrazione solida e profonda della sostenibilità nei meccanismi di governance.
Strutture di governance ben disegnate
Governare la sostenibilità in modo efficace richiede delle strutture. Forme di governo che devono essere ben disegnate per essere in sé efficaci e, al tempo stesso, compatibili con la natura dell’azienda nella quale si inseriscono. Senza improvvisare, ogni azienda è chiamata a capire in che modo possano essere inseriti ruoli definiti e responsabilità dedicate, a partire dalle competenze già presenti. L’istituzione di un comitato endo-consiliare con deleghe alla sostenibilità è una prassi ben consolidata nelle società quotate nel panorama italiano.
Secondo i dati dell’Osservatorio “Governance della Sostenibilità” condotto da ALTIS e Sustainability Makers, lo ha adottato l’87,5% delle aziende del FTSE-MIB. I numeri delle aziende di più piccola dimensione, ma questo è un indicatore significativo. Che però non basta. È importante che il Comitato sia configurato correttamente, con una netta distinzione di ruoli, una presidenza competente e idealmente indipendente e una composizione in linea con la natura strategica della tematica.