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Sostenere la scuola paritaria per un vero pluralismo educativo

Rilanciare l’importanza del pluralismo educativo, difendere la libertà di scelta delle famiglie e tutelare il diritto di apprendere dei giovani senza subire alcuna discriminazione. Intorno a queste urgenze sociali si è svolto oggi, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Milano, il convegno: “Presente e futuro della scuola paritaria, tra sfide e nuove opportunità”.

L’evento, promosso da ALTIS Graduate School of Sustainable Management e dal CESEN Centro studi sugli enti ecclesiastici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, con il patrocinio del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, è iniziato con i saluti istituzionali del prof. Franco Anelli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del prof. Vito Moramarco, Direttore di ALTIS.

MINISTRO VALDITARA

Ha preso parte ai lavori il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, che ha dichiarato: «Quando parliamo di libertà educativa, oltre che all’articolo 33 della Costituzione, dobbiamo fare riferimento all’articolo 30, che afferma il diritto naturale dei genitori a educare i propri figli. Per questo motivo, lo stato mette a disposizione l’istruzione pubblica che si basa su un sistema integrato tra scuole statali e paritarie».
«A partire dal 2024 – ha annunciato il Ministro – aumenteremo di 110 milioni all’anno il contributo per le scuole paritarie, di cui 70 milioni dedicati al sostegno degli alunni disabiliLa vera parità – ha ricordato Valditara – consiste, infatti, nel mettere nelle stesse condizioni tutti gli studenti, siano essi delle scuole statali che delle paritarie. Senza odiose discriminazioni, soprattutto quelle che riguardano gli alunni più fragili.
Il Ministro ha poi annunciato: «L’altro grande passaggio per la realizzazione di un sistema educativo integrato è l’attuazione di una parità totale fra il docente che insegna nella scuola paritaria e quello che insegna nella scuola statale», per concludere che l'obiettivo è quello di «Una educazione e istruzione personalizzata, considerando i ragazzi come dotati di talenti da scoprire e valorizzare, al fine di dare a ciascuno di loro l’opportunità di costruire il proprio futuro».

TAVOLA ROTONDA

Le sollecitazioni che il momento storico pone alle scuole paritarie nel sistema educativo italiano sono state evidenziate da più punti di vista. Il prof. Andrea Perrone, Ordinario di Diritto commerciale all’Università Cattolica del Sacro Cuore e Direttore del CESEN ha osservato: «Per rispondere alle urgenze del momento storico e contribuire all’educazione delle nuove generazioni, le scuole paritarie sono chiamate a un salto di qualità. Educare richiede testa e cuore. Ma richiede anche una buona organizzazione, senza la quale la sostenibilità di un’opera educativa rimane esposta a rischi importanti. La nuova disciplina del Terzo settore può aiutare a compiere questo salto di qualità. “Entrare” nel Terzo settore assicura risorse economiche e possibilità di collaborazione attiva con la pubblica amministrazione, ma, nel contempo, richiede adeguata professionalità e trasparenza di azione. Accettare questa sollecitazione è decisivo. Ne va della durata nel tempo di una scuola paritaria e, quindi, della possibilità di continuare a contribuire al bene del Paese».

Suor Anna Monia Alfieri, Legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline, ha ricordato come dal 2000, anno delle legge 62 sulla parità scolastica, la scuola paritaria abbia perso il 38,11% degli alunni, mentre più di 800 istituti hanno cessato di esistere. Inoltre, senza scuole paritarie, lo Stato dovrebbe spendere 5,6 miliardi per assicurare il servizio scolastico a oltre 800mila alunni in più e altri 6 miliardi per costruire nuove scuole: «Davvero preoccupante è il divario fra il Nord e il Sud, che ha un alto tasso di deprivazione culturale, conseguente alla compressione del pluralismo educativo a conferma che il rischio del monopolio educativo è quanto mai reale. La grave compressione del pluralismo educativo rende la scuola meno competitiva e, quindi, di scarsa qualità. Da qui i gravi danni della dispersione scolastica, del crescente numero dei Neet e di un Sud che si colloca agli ultimi posti Ocse Pisa. La soluzione è garantire il pluralismo educativo attraverso linee di finanziamento certe e progressive pari al 70% del CMS – costo medio studente», ha spiegato suor Alfieri.

Mons. Claudio Giuliodori, Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università ha dichiarato: «Il sistema scolastico del Paese ha raggiunto un alto livello di offerta formativa, ma resta ancora incompiuto nel garantire la libertà di scelta da parte delle famiglie e il reale pluralismo dei soggetti dedicati all’opera educativa. La legge 62/2000 è attuata solo parzialmente: se, in linea con il dettato istituzionale riconosce la libertà degli studenti e delle famiglie dall’altra parte non fornisce adeguati strumenti, soprattutto dal punto di vista economico, per un effettivo sviluppo integrato di un sistema scolastico pubblico che possa contare sul contributo di scuole statali e non statali paritarie. La comunità ecclesiale si è molto spesa per sostenere le scuole paritarie, soprattutto grazie alle Congregazioni religiose, ma è giunto il momento di ripensare complessivamente l’impegno educativo della Chiesa all’interno di una collaborazione costruttiva ed efficace con la società civile e le istituzioni governative. Quello nel campo scolastico è un impegno che certamente continueremo a sviluppare sollecitati anche dal Patto educativo globale promosso da Papa Francesco».

Il convegno si è svolto in occasione della partenza del corso Gestione sostenibile delle scuole paritarie - Nuove opportunità di governance, finanziamento e co-progettazione, promosso da ALTIS e CESEN.

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