ASSIMOCO presenta il 6° rapporto sul Neo-Welfare per la famiglia, redatto con il contributo di ALTIS

Il Gruppo ASSIMOCO (Assicurazioni Movimento Cooperativo) ha presentato presso il Senato della Repubblica il suo 6° Rapporto dedicato al Neo-Welfare. La cooperazione è il termine chiave del documento, che indaga con cura il cosiddetto welfare “allargato”, inteso come “l’insieme delle coperture pubbliche ed extra pubbliche dei rischi”, volte a coprire il rischio di infortuni e vita e fornire protezione della salute, tutela assistenziale, servizi per l’infanzia, oppure a favorire la costruzione di pensioni integrative.

  

Dall’indagine commissionata a Ermeneia, Studi e Strategie di Sistema, il welfare pubblico viene privilegiato dal 50,7% dei caregiver, ma viene riconosciuto, subito dopo, l’importante ruolo integrativo del welfare familiare e interfamiliare, cioè la capacità di copertura dei bisogni legata ai servizi e al livello di reddito e al patrimonio della famiglia, insieme al welfare fornito dalle altre generazioni. Segue, in ordine di utilizzo, il welfare assicurativo privato, in tutti i suoi aspetti (copertura dei beni posseduti, del rischio salute, degli infortuni, della vita, della pensione integrativa, dei piani di accumulo di capitale) e in ultima misura, il welfare di territorio, su cui convergono il welfare di volontariato, il welfare di vicinato, il welfare che deriva da cooperative, associazioni o gruppi spontanei di famiglie e il welfare aziendale o di categoria.

  

Sintesi del 6° Rapporto ASSIMOCO (2019)Questo “allargamento” dei servizi di welfare corrisponde a una crescente complessità del tessuto sociale e dei bisogni delle famiglie moderne, il che richiede l’integrazione del welfare pubblico classico con altre tipologie di copertura. Anche le aziende sono coinvolte in questo fenomeno. Sempre più realtà aziendali dimostrano di volersi impegnare nella protezione sociale dei cittadini, tracciando la strada verso una “welfare society”, una società fondata su principi di sussidiarietà circolare e di rete, in cui diversi attori – Stato, aziende, società civile – mirano alla crescita del benessere per i lavoratori e la società.

Hanno collaborato alla redazione del documento Matteo Pedrini, Docente dell’Università Cattolica e Responsabile della Area Ricerca di ALTIS e Giacomo Ciambotti, dottorando dell’Ateneo e collaboratore di E4Impact Foundation e ALTIS. Il loro contributo evidenzia come le società benefit stiano contribuendo all’evoluzione degli attuali sistemi di welfare. La natura ibrida di questo tipo di aziende, prevalentemente orientate alla generazione del profitto ma allo stesso tempo interessate a generare un beneficio per la società, attribuisce loro un ruolo preminente:

  • promotori del welfare tra i dipendenti e nella comunità di appartenenza
  • innovatori coinvolti nel processo di collaborazione tra attori del settore pubblico, profit e non profit

  

Le società benefit non contribuiscono tutte nello stesso modo. Gli autori infatti individuano aziende:

  • spensierate”, più concentrate su aspetti di tutela ambientale che su quella sociale
  • sussidiarie”, che affermano la necessità di un impegno attorno ai temi del welfare dei propri lavoratori e nel supporto alla comunità
  • sviluppatrici”, attivamente produttrici di un’integrazione tra welfare pubblico e privato

La tendenza analizzata dai due ricercatori è particolarmente interessante per l’Italia, uno dei Paesi ad aver riconosciuto ufficialmente la forma giuridica di società benefit e il secondo Paese europeo per presenza di aziende B Corp, dotate di una certificazione che attesta il contributo offerto alla società. ASSIMOCO è la prima compagnia assicurativa in Italia ad aver ottenuto la certificazione B Corp.

  


Leggi l’abstract del rapporto

Per approfondire: Società Benefit e rendicontazione d'impatto: un'istantanea dello stato dell'arte

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